Natura Acquatica – Nicoletta Furlan Prendere un grosso boccone d’aria e scivolare sotto la pellicola superficiale dell’acqua. Apnea. Decine di secondi silenziosi, dove il suono si trasforma in una percussione bassa, la pressione inguaina la pelle, il corpo diventa una forma precisa, nitidezza di contorni, trasformazione in particella, micro organismo cellulare, pulviscolo interstellare. Sott’acqua le percezioni delle dimensioni si alterano, si esce di scala, si può essere contemporaneamente pu1
Natura Acquatica – Nicoletta Furlan
Prendere un grosso boccone d’aria e scivolare sotto la pellicola superficiale dell’acqua. Apnea. Decine di secondi silenziosi, dove il suono si trasforma in una percussione bassa, la pressione inguaina la pelle, il corpo diventa una forma precisa, nitidezza di contorni, trasformazione in particella, micro organismo cellulare, pulviscolo interstellare. Sott’acqua le percezioni delle dimensioni si alterano, si esce di scala, si può essere contemporaneamente punto e superficie. Anche il tempo, che già è relativo, si relativizza in arbitraria misura, i secondi come in inflazione, gonfiano. Un minuto sospeso diventa la stanza del quadro, il suo mondo.
Le tele di Nicoletta Furlan sono catini, laghi, mari. Il blu astratto, liquido, gocciolante, permea gli avvallamenti e le asperità della superficie come fosse un fondale oceanico prima asciutto e poi ricolmo. I materiali utilizzati per creare la base del lavoro sono sabbie, carte, colore. Una stesura mai pianificata che apre le porte dell’inconscio con lo scopo di catturare quell’attimo di pace nella creazione. Apnea creativa. Strutturare i presupposti, sistemare il nido, prendere fiato.
In questo modo di lavorare c’è il desiderio di scattare un fotogramma per Sé. Lasciare che sia la forma del colore a indicare i passi e a suggerire gli sviluppi del soggetto è per Nicoletta una chiara ispirazione al controllo. Paradossale? Forse. Apparentemente il gesto spontaneo può sembrare libero e incondizionato, superficialmente si può presupporre che ogni cosa venga docile e sgorghi morbida. Ma non siamo in superfice. Siamo ancora lì, col fiato sospeso, sotto, dentro e chiusi da un sigillo di idrogeno e ossigeno. Apnea. Sembra una contraddizione, ma la natura acquatica si cristallizza in fine in paesaggi solidi. Tra i quadri in mostra si passeggia nel bosco, le forme che emergono sono alberi e monti, cieli e strutture. Il controllo dell’astrazione è il sentiero delle capre. La ricerca della pace è un divenire da soddisfare col fiato spezzato e il diaframma contratto. Scatto di reni verso l’alto. Respiro